Nel 2005 la Contrada ha avviato un’opera di rinnovamento del proprio “guardaroba storico” creando parallelamente un archivio bibliografico delle fonti da cui si è attinto per la realizzazione di tutti i nuovi abiti. Trattandosi di un lavoro lungo e particolarmente oneroso viene aggiornato di anno in anno inserendo le nuove creazioni. Di seguito vengono riportati in breve tutti gli abiti realizzati dal 2005 a oggi.
L’abito del Tamburino è stato liberamente tratto dal S. Sebastiano dipinto nel secondo Trittico di Valle Castellana da Carlo Crivelli (1470-1473) e attualmente conservato presso la Civica Pinacoteca di Ascoli Piceno (1). Per la scelta dell’applicazione dello stemma, simbolo immancabile di appartenenza, abbiamo guardato ad un’altra opera del pittore veneziano, il Polittico di Ascoli Piceno realizzato nel 1473, nel quale le figure sono dipinte su un fondo in oro il tutto racchiuso in una sfarzosa cornice dorata (2).
Anche per l’abito del Chiarinista si è attinto dalle opere di Carlo Crivelli, in particolare al S. Venanzio del Trittico di Camerino in cui il giovane san Venanzio tiene sul braccio la città di cui è protettore. Oggi, il trittico non è più a Camerino, ma è conservato alla Pinacoteca di Brera (3).
La scelta dell’abito dello Sbandieratore è partita da un’opera del Mantegna, nella Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale di Mantova, ma in questo caso abbiamo voluto metterci qualcosa di nostro. Grazie al brillante suggerimento di una Contradaiola, all’abito è stato aggiunto un inserto bianco nel petto, che oltre a slanciare la figura dello Sbandieratore stesso porta ricamato in centro lo stemma della contrada (4).
L’abito del Gonfaloniere è ispirato alla figura di Lorenzo il Magnifico nell’Adorazione dei Magi di Alessandro Botticelli esposta alla Galleria degli Uffizi a Firenze (5). Anche l’abito del Massaro Priore è realizzato partendo da un soggetto ritratto dal Botticelli nell’Adorazione dei Magi conservata alla National Gallery di Londra (6).
Un cavaliere è stato ricavato dalla figura ritratta al centro dello stesso dipinto (in realizzazione al momento della stesura del presente documento).
Per due cavalieri l’attenzione è stata rivolta agli affreschi di Palazzo Schifanoia, in particolare alle figure maschili raffigurate dal Cossa nel mese di aprile. Un terzo cavaliere è invece una riproduzione di un uomo ritratto ancora dal Botticelli nelle Prove di Cristo nella Cappella Sistina (7).
Per le dame la scelta è caduta tra Ferrara e Bologna. Un abito è una fedele riproduzione di una musa (Calliope) dipinta da Cosmè Tura, mentre un’altra dama è stata ricavata dalla raffigurazione della Famiglia Bentivoglio realizzata da Lorenzo Costa all’interno della chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna (8).
Due abiti sono stati ricavati dal Trionfo di Venere rappresentato negli affreschi di Palazzo Schifanoia (9) e l’abito di una nutrice è stato ricavato riproducendo la Musa Melpomene raffigurata da un pittore ferrarese nella seconda metà del 1400 (10).
Ultime novità in ordine di realizzazione sono l’abito del Capitano d’Armi, tratto dall’affresco di Andrea del Castagno raffigurante Filippo Buondelmonti degli Scolari, meglio noto come Pippo Spano, per la cui realizzazione si sono utilizzate parti di armatura da parata (e non da guerra) della seconda metà del 400 italiano e le due figure che lo affiancano in corteo, che rappresentano con il Capitano la guardia d’onore della Contrada (i cui abiti sono indossati da ex Presidenti della Contrada), che sono stati ispirati alle livree indossate dai famigli degli Challant che animano gli affreschi delle volte del Castello di Issogne in Val D’Aosta. La partizione della livrea si presta a trasporre l’araldica della nostra Contrada, in particolare le fasce della bandiera (11).